
Nonostante ti sembri normale la posizione che assumi rispetto all’ambiente che ti circonda, questa non è mai casuale. In ufficio, a lavoro, al cinema, le distanze interpersonali e ambientali che crei automaticamente sono un meccanismo calibrato dal tuo personale bisogno di sentirti a tuo agio. E sono proprio queste dinamiche che studia la prossemica.Secondo la definizione canonica dell’antropologo Edward Hall la prossemica è “lo studio di come l’uomo struttura inconsciamente i microspazi: le distanze tra gli uomini mentre conducono le transazioni quotidiane, l’organizzazione dello spazio nella propria casa e negli altri edifici e infine la struttura delle sue città.”Per passare subito a un esempio pratico, basta pensare al comportamento di un animale. Quando, infatti, una determinata specie si sente minacciata da una presenza anomala, assume una distanza di sicurezza, chiamata anche distanza di fuga: per un’antilope è di mezzo chilometro; per una lucertola, meno di due metri.Allo stesso modo, nonostante tendiamo a mantenere maggiormente la calma, anche noi esseri umani utilizziamo questa tecnica. Per esempio, quando entriamo in un treno, abbiamo la tendenza a cercare lo scompartimento più sgombero e un posto che non abbia quello accanto già occupato
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