Il tragico destino degli ex atleti cinesi, abbandonati dallo Stato





Leo Timm, Frank Fang , Epoch Times | 8/08/2016 Zhang Huikang, un uomo di mezza età di Shanghai, oggi vende biglietti della lotteria a tema sportivo in un chiosco di strada, ma la sua vita negli anni 80 era ben differente: era infatti portiere nella nazionale di calcio cinese delle olimpiadi di Seul 1988. Nel 1991, dopo aver subito un infortunio alla testa quando giocava per l’Hong Kong South China Football Team, è stato scartato e, due anni più tardi, ha deciso di ritirarsi: aveva 31 anni. Oltre ai guadagni del chiosco nel quale lavora con la madre, riceve una pensione mensile di 135 Yuan (circa 20 euro). Zhang è solo uno dei centinaia di migliaia di giovani atleti, uomini e donne, immessi nel sistema sportivo cinese e scartati perché non ottengono medaglie; molti di loro, selezionati fin da bambini e sottoposti a estenuanti regimi di allenamento senza ricevere una normale educazione, rimangono privi di sicurezze se non arrivano a vincere o non appena smettono inevitabilmente di farlo. Sfortunatamente, il detto cinese «gli uomini a rubare, le donne a prostituirsi» è perfettamente calzante per molti di questi ‘eroi caduti’: gli ex atleti, persa l’opportunità di un’educazione superiore, faticano a trovare lavoro e, spesso, si vedono costretti a svolgere mestieri loschi o degradanti. Nel 2010, gli ex atleti disoccupati in Cina – secondo un’inchiesta svolta dal media di Stato Quotidiano di Nanchino – erano circa il 45 per cento

Per leggere il resto dell’articolo devi collegarti direttamente sul sito della fonte:








Continua

Pubblicato il: 9 Agosto 2016

Potrebbero interessarti anche»