Clima: se le emissioni non calano riscaldamento peggiore del previsto





 Quando si parla di cambiamenti climatici sono due le parole che vengono pronunciate più spesso: mitigazione e adattamento. La prima riguarda il calo delle emissioni di CO2 e degli altri gas a effetto serra, è l’obiettivo principale dell’accordo sul clima di Parigi, ed è necessario per evitare la catastrofe. L’adattamento ai cambiamenti climatici è qualcosa che dobbiamo fare in ogni caso, perché anche se smettessimo di emettere CO2 domani (cosa che purtroppo non succederà), gli effetti dei gas serra già presenti in atmosfera continueranno a farsi sentire per molti decenni a venire.8 gradi in due secoliSugli scenari del futuro riscaldamento pensavamo di aver già letto tutto nei rapporti dell’IPCC, ma ora uno studio canadese pubblicato su Nature Climate Change ne traccia uno nuovo, manco a dirlo ancor più drammatico dei precedenti. E’ quello che riguarda cosa accadrà al termometro della Terra se decideremo, nonostante gli allarmi degli scienziati e tutte le promesse dei negoziatori e dei governanti, di sfruttare fino all’ultimo grammo, all’ultima goccia, dei combustibili fossili presenti nelle riserve del pianeta. Non sono buone notizie.Carbone, metano, petrolio & co. presenti nel sottosuolo terrestre provocherebbero un equivalnte di 5 trilioni di tonnellate di emissioni di CO2 equivalenti, (5 EgC), che potrebbero comportare un aumento medio della temperatura terrestre di circa 8 °C che diventerebbero la bellezza di 17 °C nell’artico, entro il 2300.

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Pubblicato il: 24 Maggio 2016

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