Sembra impossibile, ma a soli 13 giorni dall’inizio del Campionato, l’Inter e Roberto Mancini si separano con una risoluzione consensuale che accontenta entrambi. Abbiamo passato tutta l’estate ad assistere al continuo susseguirsi di “Mancini va, Mancini va”…e alla fine siamo giunti a questa conclusione, frutto di un’esasperazione di entrambe le parti. Dall’arrivo del gruppo cinese, che si è accollato la proprietà nerazzurra, si era capito che qualcosa non funzionava più con l’allenatore, abituato fin’ora ad agire liberamente sul mercato; con il loro insediamento veniva un po’ ridimensionato, ma c’era il contratto in scadenza a giugno 2017 (e la continua ombra di Simeone), l’ipotesi di rinnovo, e un’infinità di clausole che a Mancini davano molto fastidio. Oltre a queste questioni indigeste ad entrambe le parti, forse ha inciso anche un pre-campionato non all’altezza in cui si sono collezionate solo brutte figure anche se, in questo periodo non vogliono assolutamente dire nulla. Da Manciniano convinto esultai al suo ritorno, soprattutto dopo il disastroso Mazzarri ma, d’altro canto, una perplessità mi colpì subito: lo avevamo osannato nella prima esperienza in cui riportò l’Inter ai fasti vincenti e, questo ritorno in un’Inter mediocre, avrebbe potuto rovinarne il ricordo
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