Facciamo oggi gli auguri a Yūto Nagatomo, nato in Giappone, a Saijō, il 12 settembre 1986. Giunto all’Inter nel gennaio del 2011 proveniente dal Cesena, con la stagione in corso (sei e mezzo in nerazzurro) può essere considerato uno dei veterani della squadra; può vantare 178 presenze (primo della rosa di quest’anno come numero di presenze), 11 reti realizzate (con l’esordio nel lontano 6 febbraio 2011 in Inter-Roma 5-3) ma, soprattutto, può esibire un trofeo nerazzurro: la Coppa Italia 2010/11, l’ultimo trofeo vinto dall’Inter. Terzino, può districarsi egregiamente su entrambe le fasce grazie anche alla facilità di corsa che gli consente autentiche scorribande lungo l’out laterale, facendosi trovare spesso pronto anche a concludere a rete inoltre, riesce a ricoprire bene anche il ruolo di esterno di centrocampo. Titolare fisso della Nazionale nipponica con cui si è laureato Campione d’Asia nel 2011, nel 2013 è stato insignito del premio di Miglior calciatore asiatico della suddetta annata. Nagatomo presenta tre peculiarità, la prima è che è laureato (una rarità nel mondo del calcio) in economia politica, la seconda è legata a una tradizione giapponese infatti, ogni volta che realizza una rete, è solito festeggiare con un inchino (anche se spesso lo fa anche per i compagni), mentre la terza tratta del binomio stanchezza – umeboshi, il buon Yūto ha raccontato di sentire meno la stanchezza, resistere agli sforzi e riuscire a recuperare rapidamente grazie alle umeboshi, le prugne giapponesi che, marinate nel sale e ricche di acido citrico, pare siano un vero toccasana.
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